Ho sempre provato fastidio nel relazionarmi con quelle persone che, afflitte da complessi di inferiorità devastanti, mi si presentano non come Tal dei Tali, ma come Dottor Tal dei Tali. A meno che, ovviamente, non si tratti di veri Dottori. Che, secondo il mio punto di vista, sono quelli che indossano un camice bianco, sanno di cosa è fatta un’aspirina e sono in fissa con il numero trentatré. Ossia i medici.
Il fatto è che alcune persone sono davvero ossessionate dai titoli.
I titoli, è vero, sono molto importanti. Ve la immaginate una vita senza titoli?
Provate, per esempio, ad entrare in una multisala e cercate di acquistare un biglietto per il film che volete vedere, senza indicarne il titolo oppure, durante un programma radiofonico, provate a richiedere la vostra canzone preferita senza che questa abbia un titolo.
“Salve vorrei ascoltare ****”
E il DJ: “****?”
E voi: “Sì, proprio ****” .
Se poi vi trasmettono una canzone per un’altra, dopo di che state a lamentarvi?
Ciò non toglie che non riesco ad attribuire titoli alle persone, tantomeno a me stessa. Mi piace persarmi come un racconto ancora incompleto, come un’opera in divenire. Darmi un titolo significherebbe non avere più nulla da aggiungere.
febbraio 13, 2017 alle 08:01
nell’epica fantozziana proprio i titoli sono messi sulla brace e presi in giro
grand lup mann
il gran consiglio dei sette assenti
sono i primi due che mi vengono in mente
🙂
febbraio 13, 2017 alle 12:21
Il famoso Ragioniere 😄
febbraio 13, 2017 alle 12:24
proprio lui 🙂
febbraio 13, 2017 alle 08:43
Ad essere onesta io penso a un sacco di bei titoli per le mie opere, manca solo di scriverle 😂😂😂
Che è un po’ come chi si fregia dell’essere avvocato o dottore… spesso manca poi l’esserlo (ovvero usano il titolo per mettere le mani avanti e chiarire che la laurea è stata conseguita).
A me non danno fastidio… fanno proprio pena!
febbraio 13, 2017 alle 12:25
Ah sì, anch’io sono un asso per i titoli. Poi mi perdo i contenuti. E quando invece ho i contenuti, mi mancano i titoli 😂 Ma a me non riesco a darne e non mi piace quando provano a darmene. Quanto ai “titolati”, ne ho conosciuti alcuni (e sono quelli a cui mi sono ispirata per il post) che nemmeno avevano titoli veri, ma certificati fasulli, acquistati appositamente per farsi chiamare “dottori”. Pena, rabbia e trostezza insieme 😉
febbraio 13, 2017 alle 12:26
Semplicemente ridicoli, ne conosco anche io…
febbraio 13, 2017 alle 12:34
Perché sono tanti…purtroppo…
febbraio 13, 2017 alle 09:29
Conosco gente ossessionata da titoli, per non parlare di quelli che se non sei laureato non ti cagano nemmeno. L’intelligenza non è direttamente proporzionale alla cultura.
Ecco, rispetto a chi ha mille titoli, ma li sbandiera come mutande… scelgo sempre mio nonno e la sua terza elementare.
febbraio 13, 2017 alle 12:27
Mi trovi perfettamente d’accordo. Anche quelli che ti cagano solo in virtù del fatto di avere una laurea sono altrettanto commiserevoli. C’è un tipo di cultura, quella dell’anima, ben più profonda, che non riguarda affatto i titoli di studio conseguiti. E anch’io apprezzo soprattutto quella.
febbraio 13, 2017 alle 13:14
Siamo simili.
Mi piace
febbraio 13, 2017 alle 13:17
Anche a me! Ciao 😊
febbraio 13, 2017 alle 09:58
salve, sono il Dottor Yashal, ora la ausculterò col mio fonendoscopio, ripeta 33. AHAHAH 🙂 Sai Mari, sono così tutti fissati con i titoli…adesso che le professioni sanitarie (cioè ciò che non è prettamente medico, quindi fisioterapista, infermiere/a, tecnici di laboratorio, ostetriche, ecc) sono di competenza universitaria, con una laurea triennale…ecco, quindi raggiunto l’obbiettivo, sono laureati e “dottori”. L’altro giorno, ospedale affollato di medici e di tutte queste figure professionali citate,durante una pausa : esce fuori un paziente dalla sua stanza e urla “Dottòòò!”…beh si girano tutti tranne me, e in coro rispondono “siiiii”. ahahahah
febbraio 13, 2017 alle 12:30
Ciao Dotto’ 😃! Ho ben presente ciò di cui parli, carp Yashal. Le lauree triennali hanno moltoplicati il numero di persone “titolate”, ma anche prima non c’era tanta differenza. Prima bastava anche il diploma, per darsi un tono. Certo che la situazione che hai descritto dev’essere stata davvero esilarante!
febbraio 13, 2017 alle 10:00
scusa per l’italiano sgangherato ma sto scrivendo da un cellulare sgangherato 😡
febbraio 13, 2017 alle 12:32
Ma figurati! Quando si scrive da cellulare (come me adesso) gli errori di digitazione sono frequenti. E non posso certo rimproverarti visto che, anche il mio commento precedente, ne è pieno 😉
febbraio 13, 2017 alle 12:34
E’anche perchè pensano “faccia figo”…poveretti…
febbraio 13, 2017 alle 12:35
Poveri davvero.
febbraio 14, 2017 alle 19:02
a volte mi dimentico che potrei fregiarmi di un doppio titolo. Anzi spesso non lo dico nemmeno.
Mi sembra vanagloria.
febbraio 14, 2017 alle 19:28
Io trovo che lo sia. Ciononostante, sono curiosa dei tuoi titoli e, nell’incertezza, mi piace pensare che uno dei due sia Sir 😄
febbraio 15, 2017 alle 09:36
magari! ma no. ti lascio con la curiosità. Un sorriso
febbraio 15, 2017 alle 09:37
Fai bene 😃. Non volevo conoscerli davvero. Quelli solo immaginati mi piacciono di più! Ciao 😊
febbraio 15, 2017 alle 09:42
Un sorriso
marzo 8, 2017 alle 09:33
figurati…io ho dubbi persino sul senso dei nomi!
marzo 8, 2017 alle 14:11
Anch’io penso spesso anche a questo, sai? Il nome ci rappresenta, ci caratterizza? Chissà… 😊